XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Il Dio nel quale crediamo, che si è manifestato nella storia del popolo d’Israele prima e dopo in Gesù di Nazaret, è un Dio, potremmo dire, “strano”. Sì, perché le scelte che ha fatto nella storia sono controcorrente rispetto a ciò che fa l’uomo. Dio infatti si fa piccolo mentre l’uomo, piccolo, si fa “grande”, producendo guerre, soprusi, ingiustizie che gridano al cospetto del Creatore e Padre. La logica del dono, che è di Dio, si contrappone alla logica del potere, dell’avere, tipica dell’uomo in cerca di sicurezze false o vacue. L’uomo, creato ad immagine di Dio, quindi come un essere relazionale, è capace di fare della relazione motivo di prestigio, di interesse a scapito dell’altro, se è vero il detto: “homo, homini lupus”. Quest’uomo, che ama la grandezza, la potenza e la prepotenza in tutti gli ambiti della sua vita, ha perso se stesso, la sua vera identità: essere figlio di Dio e fratello e questo per una falsa idea di se stesso. Vediamo dalla storia ciò che è stato capace di fare l’uomo: quante guerre, quante ingiustizie, quanti Abele vengono ammazzati ancora dai vari Caini! Il segreto della vita bella non sta nell’egoismo, nella contrapposizione, nell’antagonismo, ma nell’essere e nel cercare di essere “piccoli”. Non ci insegnano questo i Santi? Vediamo S. Francesco d’Assisi per esempio; l’incontro con Cristo gli ha determinato un cambiamento di vita. Noi da quale parte stiamo? Dalla parte di coloro che vivono nell’umiltà, nel servizio all’uomo, nella mitezza, nell’umiltà del cuore? Siamo i benedetti chiamati dal Signore a vivere sempre con lui; ma siamo anche i costruttori di una storia bella dove l’amore è la bella regola del viver bene.